16 marzo 2012

Various Oddities: Episode 4

Quarto appuntamento con le recensioni in breve, questa volta in versione un po' ridotta (solo tre band) ...perciò bando alle ciance e iniziamo!
Attivi già da qualche anno (alle spalle un cospicuo numero di pubblicazioni su diversi formati), i FATHER MURPHY sono di recente arrivati anche alle orecchie di Mr. Simon Reynolds, che ha avuto modo di assistere di persona ad una loro data (numerosi i live del gruppo, all'interno e al di fuori dei confini nazionali; a breve è previsto un tour oltreoceano).
Il loro sound si muove tra noise, drone e post-rock, ma non solo: questo "Anyway, Your Children Will Deny It" (Aagoo Records), terzo full-length del gruppo trevigiano, propone sonorità raggelanti figlie bastarde tanto del progressive italico più oscuro quanto delle soundtrack dell'orrore più angoscianti.
A volte marziale ed ossessiva, altre volte travolgente e possessiva, la loro musica si serve di melodie tetre e di rumorismi per disegnare un panorama di inquietante desolazione. Tra disperazione e visioni nerissime l'abisso affonda sempre di più i propri occhi dentro all'ascoltatore, finendo col rapirlo nel suggestivo e morboso mondo dei Father Murphy.
Torniamo ora in “casa” Mannequin: dopo aver pubblicato la compilation “Danza Meccanica 2” e l’EP dei Central Unit “Loving Machinery”, l’etichetta romana fa “filotto” con questo “Crimes On the Dancefloor” dei bresciani JANITOR OF LUNACY, un LP su cui viene ristampato il demo del 1983 e altri quattro brani precedentemente diffusi solo su cassetta. La band, attiva dal 1981 al 1986, si sciolse per divergenze artistiche prima di poter pubblicare l’album d’esordio.
I brani del demo occupano l’intero “Lato A” del disco, guidati da una voce dal timbro affine a quello di Peter Murphy, tra wave rarefatta e synth-etico post-punk notturno.
Sul secondo lato troviamo invece atmosfere più “gotiche”, elaborate però secondo i dettami della migliore wave tricolore degli anni ottanta. Un'altra perla oscura che meritava di essere riportata alla luce.

Cambiamo completamente genere con i calabresi EMILY WITCH; a livello sonoro "Painfully Sober Again" (Overdrive Records) poggia le proprie radici negli anni novanta, in particolare quelli del grunge (il cantante Antonio Femia viene da una cover band dei Pearl Jam). Tale sound viene qui rielaborato in chiave "noise" e "post-" grazie alle chitarre massicce e abrasive abbinate a una sezione ritmica potente e marziale.
La voce alterna con misura i passaggi più riflessivi a quelli più aggressivi; il risultato è un mini-album dagli ingredienti ben dosati e di sicuro interesse per gli amanti di queste sonorità. L'EP è disponibile anche come download gratuito.









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