In apertura è il caso di spendere due parole sull'Interzona, circolo culturale alloggiato presso i locali riadattati di uno dei "Magazzini Generali" di Verona, che si è rivelato una location esemplare.
Uno spazio con bar e divanetti per leggere riviste precede la sala più grande dominata da un ottimo palco; è anche presente un cortile esterno, per fumatori o semplicemente per chi se ne vuole stare all'aria aperta, ove è stato dedicato uno spazio anche alle arti visive.
Davvero economiche le consumazioni; l'ingresso è riservato ai soci (tessera per tutto il 2010 al costo di 4 euro).
Ma veniamo ai concerti: la mia trasferta veronese è motivata dai Former Ghosts e quindi appena arrivato ne approfitto per comprare -finalmente- il cd Fleurs direttamente dalle mani di Freddy Rupert, che ringrazia sentitamente (ma di che! grazie a te per aver dato alle stampe questo piccolo capolavoro).
Con un pò di ritardo, verso le 23.00, Rupert sale sul palco; la sala nel frattempo si è discretamente popolata.
Assenti gli ospiti illustri dell'album, ovvero Jamie Stewart (Xiu Xiu) e Nika Roza (Zola Jesus); Rupert viene aiutato in una manciata di pezzi dal polistrumentista dei Parentethical Girls, Jherek Bischoff.
Ma lo show è tutto "suo": con la sua voce ora cupa ora urlata, sempre ricca di pathos, e con il suo andirivieni schizofrenico sul palco, catalizza l'attenzione del pubblico.
I pezzi del debut vengono quindi esaltati in questa esibizione live dove il cantante sembra vivere e soffrire dentro ogni singola nota, mentre i suoni sintetici e i chiaroscuri dei proiettori illuminano la nostra serata.
Lo show include anche degli inediti, dei pezzi che si muovono in una direzione quasi ipnagogica senza per questo tradire la vena dark del progetto.
Progetto che è davvero limitante circoscrivere all'influenza dei Joy Division che, sebbene sia senz'altro presente, non si esplicita mai in direzione meramente derivativa.
I Former Ghosts suonano troppo poco, o forse è semplicemente il flusso delle canzoni perfettamente concatenate che ci trasporta direttamente alla conclusione del concerto, conclusione che non è tale per Rupert che resta sul palco per dare il suo contributo al secondo show.
I Parenthetical Girls comprendono infatti in questa formazione live anche lo stesso Rupert; il gruppo, che ha sicuramente meno a che fare con le sonorità di questo blog, dà vita ad ogni modo ad uno show davvero coinvolgente.
L'androgino singer Zac Pennington è un vero e proprio "animale da palco" e non lesina assurde contorsioni e discese tra il pubblico.
Le sue pompose e trasognate ballate art-pop ci acccompagnano verso il finale di questa riuscita serata e fa senz'altro piacere, uscendo dal locale, vedere una piccola folla accalcarsi attorno allo stand del merchandise.
Uno spazio con bar e divanetti per leggere riviste precede la sala più grande dominata da un ottimo palco; è anche presente un cortile esterno, per fumatori o semplicemente per chi se ne vuole stare all'aria aperta, ove è stato dedicato uno spazio anche alle arti visive.
Davvero economiche le consumazioni; l'ingresso è riservato ai soci (tessera per tutto il 2010 al costo di 4 euro).
Ma veniamo ai concerti: la mia trasferta veronese è motivata dai Former Ghosts e quindi appena arrivato ne approfitto per comprare -finalmente- il cd Fleurs direttamente dalle mani di Freddy Rupert, che ringrazia sentitamente (ma di che! grazie a te per aver dato alle stampe questo piccolo capolavoro).
Con un pò di ritardo, verso le 23.00, Rupert sale sul palco; la sala nel frattempo si è discretamente popolata.
Assenti gli ospiti illustri dell'album, ovvero Jamie Stewart (Xiu Xiu) e Nika Roza (Zola Jesus); Rupert viene aiutato in una manciata di pezzi dal polistrumentista dei Parentethical Girls, Jherek Bischoff.
Ma lo show è tutto "suo": con la sua voce ora cupa ora urlata, sempre ricca di pathos, e con il suo andirivieni schizofrenico sul palco, catalizza l'attenzione del pubblico.
I pezzi del debut vengono quindi esaltati in questa esibizione live dove il cantante sembra vivere e soffrire dentro ogni singola nota, mentre i suoni sintetici e i chiaroscuri dei proiettori illuminano la nostra serata.
Lo show include anche degli inediti, dei pezzi che si muovono in una direzione quasi ipnagogica senza per questo tradire la vena dark del progetto.
Progetto che è davvero limitante circoscrivere all'influenza dei Joy Division che, sebbene sia senz'altro presente, non si esplicita mai in direzione meramente derivativa.
I Former Ghosts suonano troppo poco, o forse è semplicemente il flusso delle canzoni perfettamente concatenate che ci trasporta direttamente alla conclusione del concerto, conclusione che non è tale per Rupert che resta sul palco per dare il suo contributo al secondo show.
I Parenthetical Girls comprendono infatti in questa formazione live anche lo stesso Rupert; il gruppo, che ha sicuramente meno a che fare con le sonorità di questo blog, dà vita ad ogni modo ad uno show davvero coinvolgente.
L'androgino singer Zac Pennington è un vero e proprio "animale da palco" e non lesina assurde contorsioni e discese tra il pubblico.
Le sue pompose e trasognate ballate art-pop ci acccompagnano verso il finale di questa riuscita serata e fa senz'altro piacere, uscendo dal locale, vedere una piccola folla accalcarsi attorno allo stand del merchandise.
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