Non pensavo che mi sarebbe mai capitato, ma ho accumulato un po' di roba da recensire pure io; ecco quindi pertanto un post in classico stile-contenitore con le recensioni in breve di alcune uscite che mi sono state inviate.
Si tratta di quattro gruppi dalle sonorità piuttosto dissimili fra di loro, ma accumunati dalla varietà della proposta musicale; in tutti e quattro i casi il feeling sprigionato dalle composizioni è senz'altro in linea con le atmosfere di questo blog.
Si tratta di quattro gruppi dalle sonorità piuttosto dissimili fra di loro, ma accumunati dalla varietà della proposta musicale; in tutti e quattro i casi il feeling sprigionato dalle composizioni è senz'altro in linea con le atmosfere di questo blog.
Comincio dai GHXST di New York, un trio dedito ad un industrial-deathrock, per trovare una definizione di estrema sintesi del loro sound contraddistinto da campionamenti, chitarre distorte (dal retrogusto appunto industrial-rock) e vocals filtrate e morbose. "No Rest For The Wicked", il loro secondo EP, è un'uscita decisamente in grado di accontentare più di un palato musicale (tornando alla loro pagina bandcamp in occasione della redazione di questo articolo, ho notato che nel frattempo è uscito anche il full-lenght "EVILWICKEDDESIRE", decisamente i GHXST non sono stati con le mani in mano in questo 2011).
"E ora qualcosa di completamente diverso" (per dirla alla Monty Python), ovvero "Medicine", il secondo full-lenght da solista per Marc Broude, musicista statunitense che nel corso della sua carriera ha spaziato in numerosi generi quali black metal, grindcore, noise e punk. "Medicine" esplora un ulteriore territorio, quello della dark ambient, un genere sicuramente diverso da quelli abitualmente trattati su questo blog ma che, se ben "suonato", non può lasciare indifferenti gli amanti delle sonorità oscure. Ed è questo il caso di "Medicine", una (sick) soundtrack che nella sua rumoristica essenzialità riesce a cogliere un considerevole spettro di emozioni disturbanti, in grado di rapire l'ascoltatore per un "viaggio" verso lande sonore buie ed affascinanti.
Passo ora a due uscite della label Frohike, un'associazione culturale attiva nella promozione di artisti underground e nell'organizzazione di eventi (è stata co-organizzatrice del festival Paesaggi Sonori). I Dyskinesia di Piacenza sono nati come trio strumentale nel 2006 (due chitarre e batteria), ma la formazione si è successivamente allargata a cinque elementi incorporando anche vocals e basso. Il sound che ne è risultato è davvero "spesso" e ossessivo, un escursione in territori noise, post-rock, drone che arriva a tratti a lambire il metal più sperimentale ed estremo. Un'esperienza sonica decisamente affascinante tra psichedelia e annichilimento dell'ascoltatore. Il lavoro è scaricabile gratuitamente a questo indirizzo, dove vengono spiegate anche le modalità per partecipare economicamente alla realizzazione dell'album su supporto fisico.
L'altra uscita della Frohike è l'esordio di Cenere Muto, progetto noise/free-jazz (potete ascoltarlo in formato digitale, ad esempio, qui) pubblicato su cassetta dal packaging realizzato a mano con carta riciclata e rafia da commercio equo & solidale. "Giambattista Vico", questo il titolo dell'album, è un vero e proprio flusso di coscienza in grado di abbracciare al tempo stesso rumorismo e momenti di intima avanguardia, mantenendosi in bilico tra materia e concetto. Il prodotto di una proposta musicale sicuramente ostica e sperimentale ma non certo priva di fascino.
Passo ora a due uscite della label Frohike, un'associazione culturale attiva nella promozione di artisti underground e nell'organizzazione di eventi (è stata co-organizzatrice del festival Paesaggi Sonori). I Dyskinesia di Piacenza sono nati come trio strumentale nel 2006 (due chitarre e batteria), ma la formazione si è successivamente allargata a cinque elementi incorporando anche vocals e basso. Il sound che ne è risultato è davvero "spesso" e ossessivo, un escursione in territori noise, post-rock, drone che arriva a tratti a lambire il metal più sperimentale ed estremo. Un'esperienza sonica decisamente affascinante tra psichedelia e annichilimento dell'ascoltatore. Il lavoro è scaricabile gratuitamente a questo indirizzo, dove vengono spiegate anche le modalità per partecipare economicamente alla realizzazione dell'album su supporto fisico.
L'altra uscita della Frohike è l'esordio di Cenere Muto, progetto noise/free-jazz (potete ascoltarlo in formato digitale, ad esempio, qui) pubblicato su cassetta dal packaging realizzato a mano con carta riciclata e rafia da commercio equo & solidale. "Giambattista Vico", questo il titolo dell'album, è un vero e proprio flusso di coscienza in grado di abbracciare al tempo stesso rumorismo e momenti di intima avanguardia, mantenendosi in bilico tra materia e concetto. Il prodotto di una proposta musicale sicuramente ostica e sperimentale ma non certo priva di fascino.
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