Quattro giovani scandinavi alle prese con un post-punk efficace e dagli umori oscuri: no, non si sta parlando nuovamente del fenomeno Iceage, ma dei loro vicini (un po' più a nord, da Stoccolma) Holograms.
La Captured Tracks di Mike Sniper / Blank Dogs ha pubblicato un paio di settimane fa l'omonimo debutto del quartetto svedese, contenente dieci brani in perfetto equilibrio tra la malinconia dei primi Cure e l'energia di Warsaw e Crisis, con in più un briciolo di sensibilità "pop" che non guasta e rende i loro pezzi davvero irresistibili. Gruppi come Bauhaus e Killing Joke fanno sicuramente parte del bagaglio di ascolti della band, che però riesce a dare vita ad un sound decisamente personale e dal notevole impatto.
I due video che trovate più sotto ce li mostrano alle prese con la realtà apatica e al tempo stesso affascinante delle periferie dell'estremo nord; girati presumibilmente con un budget irrisorio, sono - nella loro semplicità - il compendio ideale ai due riuscitissimi brani del gruppo.
Gli Holograms suoneranno in Italia, il prossimo 31 ottobre, al Rocket di Milano.
4 agosto 2012
2 agosto 2012
Various Oddities: Episode 8
Oggi si parte dalla tedesca af music, una label molto attiva in territorio "goth" a 360°; ha dato alle stampe il recente esordio dei deathrockers fiorentini Dystopian Society, ma anche il nuovo lavoro new wave / indie degli svedesi The Search.
Fra i cd che mi ha inviato c'erano anche due dischi decisamente orientati al future pop / synth-pop: il secondo album degli AlterRed e il comeback dei Destijl.Il primo è un album molto melodico, dalle influenze dark cabaret, caratterizzato da un cantato che ricorda vagamente quello di Simon Le Bon, e destinato soprattutto agli estimatori del synth-pop più orecchiabile.
L'album dei Destijl, che si distingue per il peculiare omaggio ai White Stripes (hanno intitolato il disco "White Stripes", ma "Destijl" è anche il titolo del secondo album del celebre duo statunitense), è più "rock" nell'approccio e nelle sonorità, reminiscente dei Depeche Mode ma anche del revival new wave di inizio 2000; anche questo disco è consigliato soprattutto agli amanti delle morbide melodie elettroniche.
Passiamo ora ad un'altra release della Field Hymns; con le sue bizzarre uscite, ad opera di artisti a cui è difficile dare un volto o un’identità, l'etichetta di Portland si è conquistata un posto d'onore sulle pagine di questo blog.
L'occasione per parlare della label è la nuova cassetta di Oxykitten, artista già trattato in passato all'epoca della collaborazione con Adderall Canyonly. "Octagonal Wax" è una di quelle uscite in grado di trasportare l'ascoltare in un mondo surreale, una realtà virtuale rigorosamente analogica, grazie a canzoni stravaganti ma anche molto coinvolgenti. E poi dove lo trovate un disco "synth" con titoli come "I'm Just Looking For The Price Tag" o "Meth, Hookers And Video Poker?". Undici brani di pop cosmico, straniante e affascinante.
Facciamo ora un piccolo “break” dalla musica synthetica con i Sultan Bathery; il gruppo vicentino, dopo un viaggio in India, ha trovato l’ispirazione giusta per comporre questo “Fireworx", un EP di quattro pezzi. Garage rock dai forti tratti psichedelici e dal “tiro” notevole: influenze “old school” e spirito punk danno vita ad un sound accattivante e personale, piacevolmente lisergico.
Torna infine su queste pagine l'italiana NO=FI Recordings con la nuova release del francese èlg, '"In Coro", una cassetta in edizione limitata a 100 copie. La musica di èlg, composta di droni e samples, è alquanto affascinante, nel suo approccio quasi cantautorale alla musica sperimentale. O, se preferite, nel suo approccio sperimentale alla musica cantautorale. Suggestivo, sospeso com'è tra magnetismo e inquietudine, "In Coro" è il riuscito prodotto di un'abile manipolazione sonora.
Streaming vari:
Fra i cd che mi ha inviato c'erano anche due dischi decisamente orientati al future pop / synth-pop: il secondo album degli AlterRed e il comeback dei Destijl.Il primo è un album molto melodico, dalle influenze dark cabaret, caratterizzato da un cantato che ricorda vagamente quello di Simon Le Bon, e destinato soprattutto agli estimatori del synth-pop più orecchiabile.
L'album dei Destijl, che si distingue per il peculiare omaggio ai White Stripes (hanno intitolato il disco "White Stripes", ma "Destijl" è anche il titolo del secondo album del celebre duo statunitense), è più "rock" nell'approccio e nelle sonorità, reminiscente dei Depeche Mode ma anche del revival new wave di inizio 2000; anche questo disco è consigliato soprattutto agli amanti delle morbide melodie elettroniche.
Passiamo ora ad un'altra release della Field Hymns; con le sue bizzarre uscite, ad opera di artisti a cui è difficile dare un volto o un’identità, l'etichetta di Portland si è conquistata un posto d'onore sulle pagine di questo blog.
L'occasione per parlare della label è la nuova cassetta di Oxykitten, artista già trattato in passato all'epoca della collaborazione con Adderall Canyonly. "Octagonal Wax" è una di quelle uscite in grado di trasportare l'ascoltare in un mondo surreale, una realtà virtuale rigorosamente analogica, grazie a canzoni stravaganti ma anche molto coinvolgenti. E poi dove lo trovate un disco "synth" con titoli come "I'm Just Looking For The Price Tag" o "Meth, Hookers And Video Poker?". Undici brani di pop cosmico, straniante e affascinante.
Facciamo ora un piccolo “break” dalla musica synthetica con i Sultan Bathery; il gruppo vicentino, dopo un viaggio in India, ha trovato l’ispirazione giusta per comporre questo “Fireworx", un EP di quattro pezzi. Garage rock dai forti tratti psichedelici e dal “tiro” notevole: influenze “old school” e spirito punk danno vita ad un sound accattivante e personale, piacevolmente lisergico.
Torna infine su queste pagine l'italiana NO=FI Recordings con la nuova release del francese èlg, '"In Coro", una cassetta in edizione limitata a 100 copie. La musica di èlg, composta di droni e samples, è alquanto affascinante, nel suo approccio quasi cantautorale alla musica sperimentale. O, se preferite, nel suo approccio sperimentale alla musica cantautorale. Suggestivo, sospeso com'è tra magnetismo e inquietudine, "In Coro" è il riuscito prodotto di un'abile manipolazione sonora.
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